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Riesci DAVVERO a vedere l'Essere umano di fronte a te?

Fateci caso: quando siamo nel Presente, gli altri ci appaiono con una luce diversa.

È come se li guardiamo dagli “occhi del Cuore”.

Il mondo in generale ci appare vivo, colorato, armonico, vibrante, MESSO A FUOCO.

Siamo in accettazione della realtà, non la combattiamo, e di riflesso gli altri ci emanano luce.


Quando invece siamo nella mente, siamo risucchiati dalla sua paura e dalla sua smania di controllo e resistiamo la realtà. Gli altri ci appaiono distanti, sfocati, i loro volti scuri, se non addirittura minacciosi.

Tutto è confuso, come FUORI FUOCO. La stessa identica persona in un momento può apparirci pacifica e inoffensiva, e il momento dopo nemica e pericolosa.

Questo è quanto le proiezioni dell’ego sono potenti e capaci di modellare la realtà e la percezione che abbiamo delle persone attorno a noi.


Aprire il Cuore quando ci relazioniamo agli altri per riuscire a vederli oltre i filtri dell’ego non è semplice.

L’ego si vuole proteggere, soprattutto da chi ritiene più “pericoloso”. Non lasciarci indurire da quel bisogno di protezione significa essere disposti a sentirci vulnerabili.


Significa accettare che esiste un lato oscuro dell’esperienza umana, imparare a riconoscerlo quando si manifesta nelle nostre relazioni, ma allo stesso tempo non permettergli di condizionare la nostra percezione della realtà.

Significa essere pronti a vedere gli altri con occhi nuovi ogni volta, accettare le loro ombre e allo stesso tempo comunicare loro con fermezza cosa non condividiamo dei loro comportamenti.


È lo stesso lavoro di presenza e accettazione che facciamo su di noi, riflesso in una dinamica relazionale.


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Quando l’ego si impossessa di noi, non vediamo la realtà chiaramente. Vediamo una proiezione mentale della realtà.

E quindi non vediamo nemmeno le persone chiaramente. Le vediamo attraverso il filtro delle interpretazioni dell’ego. E queste interpretazioni proiettano ombre sull’altro - ombre dal nostro passato o dall’inconscio collettivo.


La “chiave” è diventare coscienti di cosa fa l’ego con gli altri. Imparare a discernere le interpretazioni dagli eventi oggettivi.


Gli eventi sono di per sé neutrali. Non hanno significato intrinseco. È l’ego a interpretarli. Questo è normale, è la funzione dell’ego.

Il punto è imparare a osservare quello che fa l’ego per non esserne schiavi, ma padroni. Altrimenti sarà l’ego per noi a decidere come percepire la realtà, e noi crederemo ciecamente che sia la verità.


Non significa cercare di eliminare le interpretazioni dell’ego. Significa metterle in discussione. Come l’ego interpreta il comportamento dell’altro? Quanto sta fornendo un’informazione utile, e quanto sta costruendo una barriera di paura?


L’ego ci fa vedere solo la scatola dentro cui rinchiude la persona. E di riflesso la persona ci risponde “magicamente” con un comportamento da quella scatola. Noi creiamo la percezione della nostra realtà, e la realtà ci risponde costantemente.


Nel post precedente scrivevo che le “persone tossiche” non esistono: una persona è tossica per noi tanto più il nostro ego le oppone resistenza. Siamo noi stessi a creare tossicità combattendo la persona con lapidarie interpretazioni. “Tossico” è una scatola in cui l’ego chiude l’altro per cercare di sentirsi al sicuro.


Quando crediamo solo alle scatole in cui l’ego rinchiude gli altri, non vediamo cosa c’è aldilà della scatola - sì, questa persona non si è comportata bene, ma… È tutto qui?! Chi è questo Essere oltre alle sue azioni, chi è nella sua totalità?

Riuscire a vedere chi ci sta di fronte oltre la scatola non significa che allora subiamo passivamente.


Significa che siamo più lucidi, capaci di rispondere ai comportamenti degli altri in modo equilibrato, comunicare ciò che sentiamo, mettere confini. Ma allo stesso tempo, non incastriamo la persona in una definizione.


Quando chiudiamo qualcuno in una scatola, non gli permettiamo di mostrarci chi è aldilà della scatola.

Gli assegniamo un ruolo e glielo cuciamo addosso a vita.


È la percezione che abbiamo NOI degli altri che determina come viviamo gli altri.


Noi non possiamo controllare come si comportano gli altri, ma possiamo scegliere come li percepiamo.

Più la nostra percezione è “inquinata” dalle proiezioni dell’ego, più ne siamo schiavi e la persona di fronte a noi non è libera di Essere. Più la nostra percezione è cosciente ma non schiava dell’ego, più vediamo l’Essenziale in ogni persona.


Questo TRASFORMA le nostre relazioni.


La persona di fronte a noi lo sente - più o meno consciamente - se la stiamo vedendo unicamente attraverso un’etichetta. Sente che non c’è apertura da parte nostra, che c’è resistenza. E ci risponderà da quella stessa energia.


Quando invece incontriamo gli altri da uno spazio più ampio di accettazione e presenza, letteralmente offriamo loro una BOCCATA D’ARIA. Diciamo loro: “Puoi uscire dalla scatola ora. La scatola in cui il tuo ego ti rinchiude, i ruoli in cui la società ti rinchiude, le proiezioni che ti arrivano addosso. Qui hai a disposizione una tela bianca, fuori dal tempo e dallo spazio.”


Quanto è bello quando chi è davanti a noi non ci rinchiude in una scatola? Non ci giudica solo attraverso il passato, il lavoro che facciamo, come ci comportiamo, appariamo, parliamo…


E allora perché non offrire NOI IN PRIMIS questo agli altri? Una boccata d’aria, una tela bianca… È così che le persone ci SORPRENDONO. Facciamo spazio al loro Essere. Ci mostrano una Luce inaspettata.


Osservando come l’ego fa resistenza agli altri, i loro tratti e comportamenti, il loro lato oscuro…Contattiamo l’accettazione del nostro Essere. Che va a risvegliare anche l’Essere negli altri.


Ci accorgiamo che quella persona è molto più di quel tratto, quel comportamento, quel lato oscuro. Si svelano altri tratti della sua personalità e si svela anche un’Essenza di fondo, senza tempo.

Ma prima non riuscivamo a vederlo: non c’era spazio in noi. La nostra percezione era tutta focalizzata sulla scatola.


Quando facciamo “zoom indietro”, non neghiamo i tratti spiacevoli della persona, ma vediamo anche cosa c’è oltre, vediamo la totalità. Non concentrandoci solo su quello, manifestiamo nella nostra percezione un essere umano molto più sfaccettato. Permettiamo a chi ci sta davanti di mostrarci altri aspetti.


È essenziale lavorare sulla NOSTRA percezione di realtà. Determina come viviamo le relazioni con gli altri. Gli altri non possiamo cambiarli, e va bene così.


Ma rendendoci conto di cosa proiettiamo dall’ego e imparando a disidentificarci, vedremo le persone in maniera più completa. Gli altri “cambieranno”, o meglio, si sveleranno, da sé… Perché avremo offerto loro un po’ di spazio.


Ego chiama ego.

Essere chiama Essere.

Noi cosa portiamo nelle nostre relazioni? Così le nostre relazioni ci risponderanno.

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